“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”

 

“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”

C’è un luogo nel cuore del Convivio, appartato e tranquillo, che per molti anni è stato attraversato da decine di musicisti e centinaia di spettatori, e dove sono nate amicizie e collaborazioni, progetti e sogni. Ѐ la Jazz Factory, la sala concerti dell’ampio seminterrato, che dal 2014 ha vissuto una lunga e sorprendente stagione di fermento e attività.

Poi, pochi giorni dopo l’ultimo concerto del febbraio 2020, inattesa e traumatica è esplosa la pandemia di coronavirus, mettendo a tacere ogni espressione artistica e musicale in tutto il pianeta. Una brusca interruzione durata quasi tre anni, ma non certo una fine, perché per Gianni Occhipinti e Salvo Cerruto, patron del Convivio, lo spirito di sperimentazione e convivialità della Factory è sempre stato centrale e irrinunciabile.

Oggi la Jazz Factory è finalmente pronta a riaprire le porte, con una programmazione che del tempo perduto ha fatto non rimpianto, ma tesoro. I direttori artistici della nuova stagione sono sempre loro, Giuseppe Guarrella e Peppe Scucces, musicisti jazz e animatori culturali modicani con un curriculum invidiabile alle spalle e, nel presente, molta voglia di lanciarsi in nuove sfide. Il progetto è ambizioso almeno quanto lo era quello delle origini, otto anni fa: non uno spazio di intrattenimento, ma un vero e proprio jazz club riservato all’ascolto attento e partecipe di buona musica, lontana dai canali mainstream, scelta attraverso le conoscenze e i gusti raffinati dei due curatori.

Peppe Scucces ammette che, all’inizio, non avrebbe scommesso sui risultati. “Il jazz è un genere che non si fila nessuno. Sebbene sia nato come musica popolare nelle bettole dei diseredati, qui da noi è arrivato come genere di nicchia”, spiega. Invece l’esperienza dei primi sei anni ha smentito le sue preoccupazioni, coinvolgendo, con una giusta progressione, un numero impressionante di artisti e un vasto pubblico. Quella che si è creata, secondo Scucces, è stata una sorta di complicità tra musicisti e ascoltatori, una specie di ammiccamento in una dimensione quasi clandestina tra amanti del genere, nuovi scopritori e curiosi, facilitata anche dall’assenza di un vero palco, che ha messo a stretto contatto pubblico e artisti.

“La Jazz Factory del Convivio è in effetti riuscita a essere un luogo speciale, dove i musicisti hanno trovato le condizioni perfette per esibirsi, oggi sempre più rare nei locali dove si fa ancora musica dal vivo”, aggiunge Giuseppe Guarrella. Un luogo di incontro e aggregazione, non solo di ascolto. Un luogo in cui si sono prodotte esperienze che poi sono uscite dal Convivio e hanno raggiunto il territorio, come quella del Jazz Ensemble curata dallo stesso Guarrella che ha coinvolto alcuni tra i migliori musicisti della provincia.

Il dialogo con le realtà più interessanti del territorio è una direzione seguita anche nella costruzione del calendario 2022/2023. Nove appuntamenti, da novembre a maggio, con un’apertura ad atre linee di espressione musicale il cui filo conduttore è sempre il jazz, ma un jazz d’avanguardia, sensibile alle contaminazioni con generi apparentemente meno vicini.

Si inizia venerdì 18 novembre con “Peggio di un bastardo”, reading e live music intorno alla mitica figura di Charles Mingus con Carmela Buffa Calleo & Conceria Jazz Quartet. Il 9 dicembre Alessandro Presti, tra i trombettisti più affermati in Italia, e il suo quartetto, il 6 gennaio “About Monk” di Elisa Guarrella Project, serata a tema dedicata a un altro imprescindibile gigante del jazz, Thelonius Monk. E ancora il 27 gennaio sarà la volta di Salvo Scucces con “Viaggio per Orchestra elettronica”, un evento a cura di IsulaFactory, il 24 febbraio Roberta Maci NBS Quartet presenterà l’ultimo disco, e il 24 marzo si esibirà il Gianpiero Fronte Quartet, con composizioni originali tratte dal secondo CD a suo nome “Cosmic Rays”.

Due eventi a sé saranno quelli di aprile: il primo, venerdì 7, con l’Outdoors Trio e il loro progetto sui Doors, seguendo strade che si discostano in maniera più netta dal jazz; il secondo il 30, unica data domenicale, in occasione della Giornata Internazionale del Jazz, con la presentazione del nuovo libro edito da EDT/Siena

Jazz “Chet Baker. Vita e musica” di Jeroen de Valk, che vedrà protagonista un ospite d’eccezione, Francesco Martinelli, storico del jazz e curatore della traduzione in italiano.

A concludere la rassegna, il 12 maggio, un progetto dedicato al contrabbassista Charlie Haden, “First Song”, come il titolo di uno dei suoi più celebri pezzi.

La proposta musicale sarà arricchita dalle improvvisazioni di Khadra Muse Yusuf, artista di origine somala vissuta in Kenya, Inghilterra e Canada e che da un po’ di tempo a questa parte ha scelto Modica come luogo dove fermarsi e dedicarsi alla sua arte. Le opere di Khadra, ricche di colori e di luce, accompagneranno i concerti, regalandoci un’incursione in altri linguaggi espressivi.

Tutto questo è la nostra Jazz Factory, laboratorio, spazio di incontro e contaminazione, luogo dell’anima. Da vivere più che da spiegare a parole, perché così è la musica che la anima.

“Se hai bisogno di chiedere cos’è il jazz, non lo saprai mai”, diceva Louis Armstrong, e noi siamo assolutamente d’accordo con lui.

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